Cara mamma, siamo venuti qui in Afghanistan a portare la democrazia. Con dei buoni risultati. Prima questa gente non aveva niente. Adesso puo' vendersi il voto. Non fraintendermi; non sono pessimista. Anzi sono fiducioso. Dice che a Roma hanno stanziato 30 miliardi in spese per gli armamenti. Stavolta sono stati previdenti: 15 per le armi. Altri 15 per le spese mediche dovute all'uranio impoverito.
Ho letto in una rivista patinata che da quando siamo arrivati noi in Afghanistan "si fa piu' sport". Sicuramente è aumentato il numero delle medaglie. Se c'è un esplosione per i militari è medaglia al valor civile, per gli afghani è salto in lungo di cadavere. In compenso quando muore un civile c'è il rimborso. Un figlio, un nonno, un cugino; hanno tutti lo stesso prezzo; 2500 dollari. Quei soldi poi vengono investiti in un funerale, chiamando a raccolta i parenti. Cosi' se il corteo viene ribombardato, sei a posto per tutta la vita.
In tutto questo non mancano i momenti di colore. L'ultimo è stato vedere La Russa sorvolare il paese in elicottero per lanciare volantini. Sopra c'era il messaggio "Fate attenzione ai pericoli delle mine". Per gli afghani, oltre il danno, la beffa. Molti quando hanno visto cadere questa roba dal cielo, sono usciti di casa. E sono esplosi, mettendo il piede su una mina.
Altri volantini, invece, erano contro i ribelli. "Tornate dalla vostra famiglia" c'era scritto. Tanti quelli che hanno accettato il consiglio. Avendo i parenti nell'aldilà, si son fatti saltare per aria.
Delle volte questa guerra mi sembra un gran gioco. Un gran brutto gioco. Ci sono aerei telecomandati dal Texas che arrivano fino a qui e bombardano le case. Ci sono robot filoguidati che cercano le mine. Ci sono politici che ripetono sempre le stesse cose, come i bambolotti quando gli tiri la cordicella. Anche noi , delle volte, ci sentiamo soldatini. Ieri è morto un altro collega. Ho pensato: "Non è una bara. E' tornato nella scatola".
(Pubblicato su "Il Vernacoliere" di Gennaio 2011. Vignetta di Mauro Biani).
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