Faccio il metalmeccanico: cioè costruisco le auto. Quelle scatolette che inquinano l'aria e vanno ad ingrossare il traffico. Non sapete la soddisfazione tutte le mattine nel vedere le macchine in coda, con la gente che bestemmia e pensare: "Tutto questo è merito mio!". Delle volte mi pare di sentirli tutti quei moccoli. E so già che, se esiste un aldilà, avrò una penitenza ad hoc. Finirò all'inferno, in una catena di montaggio, a costruire Papamobili.
Dice: "Almeno hai uno stipendio". Stipendio è una parola grossa. Una volta c'era il modello fordista: pagavano di più gli operai, così potevano comprarsi le macchine. Oggi, invece, c'è il modello Arbre Magique: con quello che ci pagano, dell'auto, ci compriamo solo il deodorante.
Dice che noi alla Fiat, votando "Sì" al referendum, abbiamo sottoscritto "un accordo storico". E io ho paura. Sui libri di storia mio nonno che ha lottato per conquistare i diritti degli operai non c'era. Ma io, col culo che mi ritrovo, finisco di sicuro sul prossimo libro di Bruno Vespa. Metteranno la mia foto e la scritta "Diritti degli operai: ecco la fava che li ha persi!". Intendiamoci: se ho votato "si'" al referendum, non è colpa mia. Minacciavano di trasferire la fabbrica in Canada. Lassù come operai avrebbero assunto degli orsi ballerini. Per cui c'han detto "adeguatevi" e ci siamo adeguati. Dopotutto l'operaio è un pò come l'orso ballerino. Anche lui è in via d'estinzione, passa la vita alla catena e balla perchè gli fanno male i piedi.
In compenso ultimamente, con il nuovo accordo, non ho più una patologia. Prima, di notte, sognavo di fare gli straordinari e di montare sedili. Poi ho seguito il consiglio del dottore: Ho cominciato a pensare a mia moglie. Ha funzionato. Ora, di notte, mi rigiro nel letto, trovo il lato di mia moglie vuoto e sogno lei che fa gli straordinari. Quando mi sveglio è appena tornata dalla fabbrica. E io non so mai se è uscita dal turno o è smontata dai miei sogni.
(Pubblicato sul "Vernacoliere" di Febbraio. Vignetta di Mauro Biani)
Dice: "Almeno hai uno stipendio". Stipendio è una parola grossa. Una volta c'era il modello fordista: pagavano di più gli operai, così potevano comprarsi le macchine. Oggi, invece, c'è il modello Arbre Magique: con quello che ci pagano, dell'auto, ci compriamo solo il deodorante.
Dice che noi alla Fiat, votando "Sì" al referendum, abbiamo sottoscritto "un accordo storico". E io ho paura. Sui libri di storia mio nonno che ha lottato per conquistare i diritti degli operai non c'era. Ma io, col culo che mi ritrovo, finisco di sicuro sul prossimo libro di Bruno Vespa. Metteranno la mia foto e la scritta "Diritti degli operai: ecco la fava che li ha persi!". Intendiamoci: se ho votato "si'" al referendum, non è colpa mia. Minacciavano di trasferire la fabbrica in Canada. Lassù come operai avrebbero assunto degli orsi ballerini. Per cui c'han detto "adeguatevi" e ci siamo adeguati. Dopotutto l'operaio è un pò come l'orso ballerino. Anche lui è in via d'estinzione, passa la vita alla catena e balla perchè gli fanno male i piedi.
In compenso ultimamente, con il nuovo accordo, non ho più una patologia. Prima, di notte, sognavo di fare gli straordinari e di montare sedili. Poi ho seguito il consiglio del dottore: Ho cominciato a pensare a mia moglie. Ha funzionato. Ora, di notte, mi rigiro nel letto, trovo il lato di mia moglie vuoto e sogno lei che fa gli straordinari. Quando mi sveglio è appena tornata dalla fabbrica. E io non so mai se è uscita dal turno o è smontata dai miei sogni.
(Pubblicato sul "Vernacoliere" di Febbraio. Vignetta di Mauro Biani)
(27/02/2011)
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